Il presidente Vladimir Putin ha revocato un decreto del 2012 che in parte sosteneva la sovranità moldava
Il decreto sanciva la sovranità moldaa nel decidere del futuro della Transnistria, una regione separatista sostenuta da Mosca che confina con l’Ucraina e dove la Russia ha di stanza le sue truppe.
Il decreto delineava la politica estera russa di 11 anni fa che presupponeva relazioni più strette di Mosca con l’Unione Europea e gli Stati Uniti.
L’ordinanza di revoca del documento del 2012 è stata pubblicata sul sito del Cremlino e afferma che la decisione è stata presa per “garantire gli interessi nazionali della Russia in relazione ai profondi cambiamenti in atto nelle relazioni internazionali”.
Fa parte di una serie di mosse anti-occidentali annunciate martedì da Putin.
Alexandru Flenchea, presidente moldavo della commissione congiunta di controllo nella zona di sicurezza intorno alla Transnistria, ha affermato che la cancellazione non significa che Putin stia abbandonando il concetto di sovranità moldava.
“Il decreto è un documento politico che implementa il concetto di politica estera della Russia. La Moldova e la Russia hanno un accordo politico di base che prevede il rispetto reciproco per l’integrità territoriale dei nostri paesi”.
Il Cremlino ha affermato che le relazioni della Russia con la Moldova sono molto tese. Ha accusato la Moldova di perseguire un’agenda anti-russa.
Il decreto del 2012 impegnava la Russia a cercare modi per risolvere la questione separatista “basata sul rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale e dello status neutrale della Repubblica di Moldova nel determinare lo status speciale della Transnistria”.
I russofoni della Transnistria si sono separati dalla Moldova nel 1990, un anno prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel timore che la Moldova si fondesse con la Romania, con cui condivide lingua e cultura.
Nel 1992 una breve guerra ha contrapposto la Moldova ai separatisti. Ma non c’è stata praticamente alcuna forma di violenza negli ultimi 30 anni, con i “peacekeeper” russi ancora distaccati nel minuscolo lembo di terra, che non ha alcun riconoscimento internazionale.
Il ministero degli Esteri moldavo ha affermato che “studierà attentamente” il documento.