A Mestre, nel Veneto, la comunità ortodossa moldava, che comprende anche membri rumeni, ucraini e georgiani, ha organizzato una serie di proteste pacifiche per chiedere il ripristino dell’accesso a un edificio ecclesiastico
Le proteste hanno luogo ormai ogni domenica. Il motivo? All’inizio di settembre, gli ortodossi dell’Est europeo hanno trovato le serrature cambiate nella chiesa neogotica dell’ex Ospedale Umberto I, che dal 2015 fungeva da loro luogo di culto.
La chiesa fu donata all’arcidiocesi greco-ortodossa d’Italia d’intesa con il municipio, ed è sempre stata gestita e utilizzata dalla comunità moldava.
Dopo la morte dell’arcivescovo Gennadios Zervos nel 2020, la politica del suo successore, il metropolita Stavropoulos Polykarpos, è cambiata. E’ stato bloccato così l’accesso della comunità alla chiesa ed è in corso una battaglia legale.
Durante le proteste di domenica 12 novembre, i fedeli hanno marciato per Mestre, portando icone e cantando inni religiosi, chiedendo giustizia e accesso alla loro chiesa.
I manifestanti sono passati da piazza Ferretto, si sono recati al municipio di Mestre e sono tornati davanti ai cancelli chiusi della chiesa.
Padre Anatolie Bitca spiega che sono state inviate delle petizioni al Comune di Venezia, chiedendo una soluzione, ma finora nulla è stato risolto:
“Abbiamo inviato due pec con la raccolta firme al Comune di Venezia, al quale ci rivolgiamo perché trovi una soluzione. finora non siamo stati ricevuti. I moldavi sono tanti, sono tutti operai, le nostre donne sono impiegate presso famiglie italiane, gli uomini lavorano in città, molti sono diventati imprenditori”.
E continua: “Prima di tutto, certo, vorremmo continuare a pregare e a utilizzare la chiesa che abbiamo contribuito a far diventare quella che è investendo soldi, il municipio lo sa, dentro ci sono pezzi della nostra vita. Poi chiediamo una soluzione.”
La comunità ha chiesto aiuto anche al Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ma non ha ancora ricevuto risposta.
Con il contratto per l’uso della chiesa in scadenza il 23 dicembre, padre Bitca spera in una soluzione prima di quella data.
Da segnalare che i moldavi costituiscono la terza comunità più numerosa del Veneto, con oltre 7.000 residenti.