La decisione è stata presa durante la controversa riunione di Tiraspol, dove sono state sollevate diverse accuse di presunte pressioni da parte delle autorità costituzionali
La Russia si rivolge quindi al Consiglio della Federazione e alla Duma di Stato russa chiedendo la protezione della Transnistria, sostenendo che nella regione separatista vivono più di 220.000 cittadini russi e che la cosiddetta missione di mantenimento della pace è efficace.
Anche Tiraspol si rivolge all’ONU, accusando il governo costituzionale di violare i diritti degli abitanti della riva sinistra del Dniester. L’autoproclamata amministrazione vuole inoltre il sostegno dei partecipanti ai negoziati 5+2, l’OSCE, affinché influenzi la leadership moldava per riprendere i colloqui sulla soluzione del conflitto in Transnistria e fa appello alla CSI affinché non permetta che il conflitto sul Dniester si intensifichi.
I transnistriani si appellano anche all’Ue, chiedendo di contrastare le presunte pressioni della Moldova, e alla Croce Rossa, chiedendo di contribuire al mantenimento dei diritti umanitari.