Un alto funzionario moldavo ha accusato Mosca di stampare, infrangendo così la legge, schede elettorali in Transnistria in vista delle elezioni presidenziali russe di questa settimana
Le autorità filoeuropee della Moldova hanno già convocato l’ambasciatore russo per lamentarsi dell’apertura di sei seggi elettorali nell’enclave filorussa. Il governo centrale ha affermato che la decisione infrange l’accordo che prevedeva di consentire il voto solo in un unico seggio elettorale presso l’ambasciata russa a Chisinau.
L’ambasciatore russo ha respinto l’accusa in quanto infondata. La Russia sta semplicemente consentendo a circa 250.000 cittadini russi, residenti in Moldova ( molti dei quali nella regione separatista), di votare.
“Queste schede elettorali sono state stampate molto probabilmente proprio lì (in Transnistria) per evitare di farle passare attraverso un valico di frontiera”, queste le parole del vice primo ministro Oleg Serebrian.
“È difficile stabilire come sarebbero potute essere portate oltre il confine. Quelli moldavi sono controllati e non c’è modo di fare entrare o uscire le schede elettorali legalmente”.
I russi voteranno per le elezioni presidenziali del 15 al 17 marzo.
Maia Sandu ha denunciato l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca e accusa il Cremlino di complottare per spodestarla. La Russia afferma che il presidente moldavo promuove la russofobia.
La Transnistria si è separata dalla Moldova. L’Unione Sovietica è rimasta sul confine orientale del paese con l’Ucraina per più di 30 anni.
La Transnistria non ha alcun riconoscimento internazionale e dipende fortemente dall’aiuto russo. Rimangono sul posto circa 1.500 “peacekeepers” russi.
La tensione tra le autorità e la regione è aumentata da quando la Moldova ha imposto dazi doganali sulle merci in entrata e in uscita dalla Transnistria.
Serebrian, responsabile della “reintegrazione”, ha affermato che la stampa delle schede elettorali in Transnistria aveva lo scopo di dimostrare alla Moldova che la regione non ha rispetto per le leggi nazionali.
Quando in Russia si sono tenute le ultime elezioni parlamentari nel 2021, i funzionari russi hanno aperto 24 seggi elettorali in Transnistria senza il permesso delle autorità moldave.