Le autorità moldave hanno condannato la distruzione della diga di Kahovka: l’attacco russo alle infrastrutture critiche equivale a crimini di guerra
Le autorità moldave hanno condannato la distruzione della diga di Kahovka nell’area controllata dalla Russia nel sud dell’Ucraina. In seguito all’incidente, 80 località sono a rischio allagamento.
Per il presidente Maia Sandu l’attacco russo a simili infrastrutture equivale a veri e propri crimini di guerra.
“Condanno fermamente la distruzione della diga di Nova Kahovka. Signor Presidente Volodymyr Zelenskiy, siamo pronti a fornire assistenza in risposta alle inondazioni e sostenere tutti gli sforzi per mitigare l’impatto”.
“Condanniamo fermamente la deliberata distruzione della diga Nova Kahovka nella regione di Kherson in Ucraina, che mette in pericolo i civili e crea problemi in tutta la regione. La Russia deve essere ritenuta responsabile. Siamo al fianco dell’Ucraina e siamo pronti a fornire l’assistenza necessaria”, così Dorin Recean su un social network.
Nicu Popescu, ministro degli Affari esteri e dell’Integrazione europea, ha invece affermato che la Moldova è unita nel condannare la terribile distruzione della diga di Kahovka a Kherson. “Questo atto di barbarie devasterà innumerevoli vite e pone a rischio l’intera regione. La Russia deve essere ritenuta responsabile di tutti i crimini commessi in Ucraina”.
La diga, alta 30 metri e lunga 3,2 chilometri, con pareti spesse 18 metri, fu costruita nel 1956 sul fiume Dnepr come parte della centrale idroelettrica di Kahovka. La costruzione contiene 18 chilometri cubi di acqua che viene fornita anche alla penisola di Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, e alla centrale nucleare di Zaporozhye, anch’essa sotto il controllo russo.
L’esercito ucraino ha detto che le forze russe hanno fatto saltare in aria la diga. Le agenzie di stampa russe hanno affermato che la diga, controllata da Mosca, è stata distrutta dai bombardamenti, mentre un funzionario russo ha affermato che si è trattato di un attacco terroristico, un termine spesso usato per accusare l’Ucraina.