La regione Bessarabia si estende tra i fiumi Danubio e Dnestr, sembra completamente isolata, e secondo l’Economist Vladimir Putin ha forti interessi su quest’area
Stiamo parlando della Bessarabia, nota anche come Budjak, che ad oggi rappresenta uno dei punti più strategici dell’est, su cui, secondo l’Economist, presto metterà le proprie mani il presidente russo Vladimir Putin.
Prova è stata data con i droni da ricognizione avvistati nella zona, partiti o dalla Transnistria oppure da navi russe nel Mar Nero.
La regione, che si estende tra i fiumi Danubio e Dnestr, sembra completamente isolata, e per questo appetibile.
Non sono presenti infatti ponti che la possano collegare ad ovest con la Romania, mentre a est è collegata con l’Ucraina tramite due sole strade.
A tenerla strettamente “connessa” al paese solo gli sparuti ponti sul fiume Dnestr.
Terra di passaggio e di confine, la Bessarabia un tempo prendeva gran parte dell’attuale Moldavia, ma adesso fa parte di una piccola regione dell’Ucraina, attraversata nel corso dei secoli da svariate dominazioni, slave e rumene, che l’hanno poi trasformata praticamente in un crogiolo di culture e lingue diverse.
Popolazione
Circa 570. 000 persone sono poste all’interno della regione sono ucraine.
Per il resto i suoi abitanti sono bulgari, russi, moldavi, albanesi e gaugasi, genti musulmane di lingua turca. Ma la maggior parte della popolazione del luogo parla il russo. Questo modifica e non di poco la situazione all’interno del territorio.
Parlare russo nella maggior parte vuol dire infatti leggere il russo, ossia leggere i media russi, che in questi mesi hanno fatto molta propaganda. In autunno sono quindi circolate frequenti voci su alcuni complotti di ex generali russi pronti a proclamare la regione “Repubblica popolare filo-russa della Bessarabia”, sul modello delle repubbliche separatiste della regione del Donbass in Ucraina. Tuttavia la guerra dell’est del paese ha con ogni probabilità potuto spegnere gli entusiasmi per la causa separatista.
In più vero il mese di maggio scorso decine di attivisti filo-russi sono stati quindi uccisi in un incendio a Odessa, la fascia ucraina che collega la Crimea con la Bessarabia e questo ha poi raffreddato sempre più i moti scissionisti nei confronti di Kiev. Poi alcuni leader filo-russi sono fuggiti e i soliti politici opportunisti sono passati nella fazione unionista